Osserva l’esistenza e la sua abbondanza: che bisogno c’era di una così grande varietà di fiori? Le rose sarebbero state sufficienti, ma l’esistenza è abbondante: milioni e milioni di fiori, milioni di uccelli, milioni di animali, tutto in abbondanza!
La natura non è ascetica: danza ovunque, negli oceani, fra gli alberi. La natura canta dovunque, nel vento che soffia attraverso i pini, negli uccelli.
Che bisogno c’era di milioni di sistemi solari e che ogni sistema solare avesse milioni di stelle? Sembra non ce ne fosse bisogno: se si trascura il fatto che la natura stessa dell’esistenza è l’abbondanza, che la sua essenza è la ricchezza e che l’esistenza non crede nella povertà.
Osho
Arrivo in Puglia pochi giorni fa e mi ricordo immediatamente perchè amo tanto questa terra. è abbondanza. abbondanza di sorrisi, di storie, di sole, di cibi semplici e prelibati.
Sono stata coinvolta nuovamente da ComuniTazione in un progetto partecipato: come si può restituire lo spazio pubblico ai cittadini? Come creare forme di coinvolgimento dal basso, per far sì che la città torni ad essere bene comune? Come trasformare spazi degradati in angoli vissuti nella quotidianità dal quartiere?
Il percorso è lento e dolce, è nella costruzione di fiducia con gli abitanti, è chiedere disponibilità per organizzare una festa di quartiere e ritrovarsi ad ascoltare storie di bambini che scoprono tombe greche. Il tutto generosamente contornato di dolcetti e taralli, ovviamente.
E allo stesso tempo andare per il quartiere e vederne le bellezze, scoprirne i balconi colorati, i tanti tipi di fiori che nascono spontanei anche nell’abbandono, e tanto, tanto amore! C’è una ricchezza sottile, che si scopre solo con delicata attenzione, con l’ascolto, stando apert* a ciò che sta intorno a noi, senza pregiudizio.
Dalle chiacchiere tra un caffè e un altro trapela sempre una voglia immensa di condividere, di fare, di mettere a servizio della comunità più ampia i propri talenti; ed è sempre presente anche la paura di uscire dal proprio guscio sicuro, la sfiducia nelle istituzioni, un senso di inadeguatezza e sconforto nei confronti del futuro. Allora abbiamo organizzato un pomeriggio dove ognun* aveva l’occasione di mettere in mostra quel che sa fare: a volte si pensa di aver poco o niente, e invece quante risorse sono spuntate come funghi!
Alla Festa dei Talenti c’era chi insegnava a fare orecchiette e tagliatelle, chi la lisciva, chi essiccatoi con canne di bambù; chi suonava, chi ballava, chi friggeva panzerotti, e chi mangiava le meravigliose torte portate dalle mamme e dalle nonne del quartiere. Direi che il mio talento, oltre truccare bambin*, è stato sopravvivere alle quantità di cibo cegliesi!
Nei prossimi giorni progetteremo con il quartiere uno spazio abbandonato da anni, per trovare una strada per restituirlo al quartiere.
Questo è l’inizio di un nuovo modo di progettare la città, un’architettura politica in cui ognun* si prende un pezzetto di responsabilità nella riuscita della ‘festa’, in cui si fa di ogni risorsa un dono prezioso, guardando l’abbondanza piuttosto che la scarsità.
ecco un piccolo video della Festa dei Talenti!!