qualche sera fa mio cugino Marco, che vive in Finlandia, stava raccontando, durante un incontro di famiglia, delle usanze di galanteria nordiche: offrire la cena o un drink ad una donna, così come tenerle aperta la porta, possono essere considerati atti profondamente offensivi, da parte della donna stessa. ‘pensi forse che non possa farlo da sola? o stai cercando di sedurmi mostrandomi il tuo potere economico e la tua forza virile??’
oltre all’aver notato un po’ di resistenze nella parte maschile della famiglia ad accogliere il concetto, la conversazione mi ha dato modo di constatare come per una parte della cultura occidentale-cattolica il femminile sia considerato ancora ‘debole’.
così debole che nella lingua italiana basta un solo elemento maschile, in un gruppo, per far sì che grammaticalmente si utilizzi la coniugazione maschile.
per questo ho scelto di usare l’asterisco in questo blog, per le generalizzazioni, perché non ho più voglia di usare il maschile, nel plurale. non lo trovo profondamente democratico.
quindi, mi* car* lettrice/tore, questo asterisco, questa stellina, mi ricorda ogni volta la bellezza della diversità, perché il mio concetto di pluralità, di comunità, trascende il genere, comprende il femminile e il maschile, l’omosessuale e l’indecis*, l’asessuat* e l’omofob*.