INCONTRO

mentre cammino verso il Process Work Institute, tra le vie del centro di Portland, emerge un’immagine familiare.

è l’idea dell’incontro, l’emozione di stare per compiere qualcosa che una parte di me aveva programmato (e/o immaginato) da tempo.

come se la mia anima si fosse data appuntamento insieme a tante altre in quel posto ed in quel momento. le visualizzo partire da tanti punti della terra, ognuna con la propria storia, sogni, paure e aspettative.

tutte diverse nel piano della realtà consensuale, un’unica grande anima nel piano dell’essenza.

(penso che potrebbe essere un’emozione simile a quella dei cavalieri che tornano dopo viaggi e peripezie intorno alla tavola di Artù, e si raccontano delle mille imprese)

entro nella sala dove già qualcun* è sedut*, iniziano i primi incontri, da dove vieni, cosa fai nella vita, cosa ti ha portat* qui. inizio a specchiarmi.

è un attimo, e sento che la comunità è nata.

inizia un nuovo processo, fuori quanto dentro di me, una nuova possibilità di conoscermi.

e non c’è altro posto in cui adesso vorrei essere, se non qui.

incontro

Comfort Zone

‘Om gate gate paragate parasamgate bodhi swah

Mantra del Sutra del Cuore

ma dove stai andando? ma non te ne stavi tanto bene in Toscana, con i tuoi amici, i tuoi genitori, i tuoi lavori… ma certo, certo, sei ancora giovane, però… alla tua età, tua nonna, aveva già quattro o cinque figli! no, no, ma è giusto, viaggia… e qual è la tua prossima meta? …è solo una fuga, non lo sai? prima o poi tornerai… oppure cadrai, e ti farai male… chi lascia la via vecchia per la nuova… avrai freddo, lassù al nord… avrai caldo laggiù al sud… ma che tipo di guadagno ne avrai? prima o poi smetterai di sognare un mondo migliore e inizierai a fare sul serio, no? crescerai…

ascolto quella voce dolce, la ringrazio, come la mamma di Cappuccetto Rosso, non fermarti a parlare con il lupo, e poi mi faccio spingere da quel vento, fuori dalla casa dove sono cresciuta, fuori dalla biblioteca, fuori dalla mia mente, fuori dalla mia comfort zone, oltre quei confini sicuri.

oltre il giudizio che ho di me e del mondo,

oltre il concetto di tardi e presto,

oltre l’idea di giusto e sbagliato,

oltre il vicino e il lontano,

oltre il mio e il tuo,

oltre ciò che i miei occhi vedono e le mie orecchie odono,

oltre il sentire e il sapere,

oltre ciò che so di non sapere,

oltre, oltre, e poi ancora oltre.

e poi ancora un po’.

come stare in apnea, ancora un istante

come tuffarsi dallo scoglio più in alto

ancora un pezzetto del puzzle

ancora una danza, prima di andare

ancora una pagina prima di addormentarmi

ancora un passo avanti, nel buio.

‘ma che stai cercando?’

me. niente più, niente meno.

 

comfort zone

viaggio

in questo periodo della mia vita viaggio.

certo, sono sempre in viaggio, ho scelto il cambiamento come filosofia di vita.

ma in questo periodo viaggio anche fuori, mi definisco senza fissa dimora, cittadina del mondo. qualche settimana nel lazio, poi in liguria, poi in puglia, sempre passando, tra una tappa e l’altra, dalla toscana, e sognando l’estero, la scozia, il brasile.

è strano, eccitante a tratti, sconfortante alcune sere, l’idea di aver così poche certezze, pochi programmi sicuri. la mia parte razional/cattolica/conservatrice si lamenta che a trent’anni dovrei essere sposata, con 3 figli ed un lavoro sicuro in qualche ufficio pubblico. e invece a chi mi chiede che lavoro faccio non so neanche cosa rispondere di preciso!

poi penso a tutti i vantaggi di questo mio ruolo: ho l’occasione di vivere l’impermanenza, di sentirla sulle lenzuola sempre diverse, nei profumi delle stagioni che si alternano in tanti posti diversi, nel sapore di un bacio che non sai se e quando riavrai.

ascolto storie di olivi secolari, passo da un lavoro all’altro con flessibilità ed eleganza, imparo a fare zaini sempre più leggeri ed essenziali, ballo con sconosciuti e ne accetto le caramelle.

per oggi, solo per oggi, la mia casa è dov’è il mio spazzolino da denti.

per oggi sto nel ruolo dell’errabonda ricercatrice di sé.

viaggio

(nota benissimo: ogni ruolo permette la crescita e l’evoluzione solo se temporaneo)