vivere insieme

è stato quando ho sentito parlare per la prima volta Alfredo, della storica comune di Bagnaia, mentre stavo scrivendo la mia tesi sul cohousing, che ho capito che io volevo essere parte di una comunità. diceva: ‘poco importa se in campagna o in città, se fate una comune o un condominio solidale, se avete già una forma definita o vi conoscete a malapena… ma partite! fate qualcosa! adesso!’

è vero, il momento per fare qualcosa è oggi.

possono esserci mille scuse che mi fanno rimandare, ma quando sento la chiamata, non posso tapparmi le orecchie e far finta di niente. perché la campana suona da dentro!

allora ho capito che tutte le belle cose che stavo scrivendo con la scusa dell’università, per convincere chissà chi che insieme si vive meglio che da soli, in realtà le stavo scrivendo per me: IO volevo vivere in una comunità intenzionale!!

sono stata parte di progetti ideali e di comunità strutturate, per brevi periodi e per tempi che mi sono sembrati vite intere.

ognuna di queste esperienze mi ha avvicinato sempre più alla mia essenza: il gruppo è un mezzo molto veloce per entrare in contatto con le proprie ferite (con la propria ‘legna da bruciare’, come la chiama Mindell), e quindi per evolvere.

con il tempo sto imparando a riconoscere gli archetipi di in un gruppo, i ruoli palesi e quelli fantasmi, le tematiche legate al rango e al potere: ed ho incontrato strumenti che possono aiutare una comunità nel complesso processo della costruzione di una visione comune.

il termine comunità, per me, ha un senso molto ampio: vivere insieme può essere condividere spazi, progetti, visioni, interessi, paure, o anche solo del tempo.

gli ecovillaggi sono comunità.

ma è comunità quella degli anziani che si trovano al bocciodromo il sabato pomeriggio.

è comunità una squadra di pallacanestro (e quelli fissi in panchina sono anche una comunità…), e un’associazione per la salvaguardia dell’artico.

è comunità la banda del paese, e quel locale in centro dove si incontrano tutti i gay.

è comunità quella palestinese a gerusalemme e quella ebrea a new york.

è comunità quella dei genitori che si trovano ai giardini nel pomeriggio con i figli, ma anche quella delle signore bigodinate dal parruchiere.

io e le mie subpersonalità siamo una comunità rigogliosa e in crescita continua. :-)

Lascia un commento